Per le prossime cinque settimane, ogni sabato presenteremo stampe del tardo XIX e primo XX secolo dalla collezione del Museo Nazionale di Cracovia (Polonia). Oggi vediamo una delle stampe più strane che abbia visto in tutta la mia vita. Ma è anche molto piacevole, vero?
In questa stampa, il simbolista francese Odilon Redon torna ad un motivo che aveva creato sei anni prima nel disegno a carboncino Ragno sorridente. Anche quel ragno, come questo della litografia, mostra un accenno di sorriso, volge simpaticamente gli occhi verso l’alto e sembra inspirare l’aria felicemente con le sue narici dilatate. Quando guardiamo le stampe di Redon, tutto sembra credibile, che i ragni sorridano, che abbiano un bel nasino e che abbiano dieci zampe invece di otto. La presenza di ragni, insetti e piante nel lavoro di Redon viene dalla sua lunga amicizia con il botanico Armaund Clavaud che introdusse il giovane artista all’affascinante mondo dei più piccoli esseri viventi. Con lo sviluppo di una conoscenza dettagliata della struttura e dell’aspetto di queste creature, Redon era in grado di disegnare degli ibridi credibili sviluppati dalle forze della sua immaginazione: steli di piante piegati dal peso di teste umane, cactus con facce umane e ragni che sorridono e piangono. Soprannominato “il principe dei sogni” da Joris-Karl Huysmans, Redon ritrae visioni simboliche nascoste nei sogni. Le opere realizzate tra gli anni 1875 - 1889, però, tendono a somigliare più a degli incubi.
Sia l’estetica di questi disegni e stampe, sia la trama in bianco e nero delle sue opere, possono suscitare sorpresa o addirittura paura: questo è il buon risultato delle sue tecniche applicate. Odilon Redon affianca sia elementi osservati in natura che no, ma lo fa in maniera molto convincente, forse spianando la strada ai surrealisti. Le sue opere erano citate con entusiasmo non solo da scrittori (il protagonista del romanzo decadente di Huysmans “A ritroso” era un collezionista delle opere di Redon), ma anche da poeti di cui illustrò le poesie come Baudelaire e Poe. Così Redon veniva incluso nella corrente simbolista, anche se non condivideva appieno gli ideali del loro programma. Riconosciuto e molto popolare durante la sua vita, diventò un’ispirazione per le generazioni che seguirono: i Nabis, i Fauves, Paul Gauguin e Marcel Duchamp.