In questo capolavoro, Eugène Delacroix trova ispirazione nell'opera di William Shakespeare "La tragedia di Antonio e Cleopatra" e utilizza questo prototipo per raffigurare la scena II dell'atto IV. Le motivazioni dei personaggi dell'opera di Shakespeare sono parallele alle motivazioni delle due figure della Cleopatra e il Contadino di Delacroix. La tragedia non solo influenza lo stile artistico di Delacroix ma dà forma al dipinto stesso. Guardando Cleopatra e il Contadino di Delacroix, l'occhio si fissa immediatamente sul viso candido e bello della regina. La sua pelle immacolata illumina lo spazio dove siede e i suoi gioielli gettano lampi di luce. Lussuose gioie ornano il suo braccio destro, il collo e il capo, rinforzando il contrasto con la sua carne pallida e rivelando il suo stato regale. Delacroix le conferisce una dimensione quasi immortale con il suo splendore e gli evidenti segni della sua ricchezza. Uno sguardo più attento al contadino svela un serpente nascosto in un cesto di fichi foliati e frutta; il rettile alza la testa tra il braccio destro muscoloso e la pelle maculata. La forma contorta del serpente sembra essere il solo oggetto in movimento nel dipinto e con le sue scaglie verdi e gialle è l'elemento più realistico della scena. Una volta che la presenza del serpente è stata notata, il dipinto assume un nuovo significato. Diventa evidente che il viso di Cleopatra girato verso il cesto di fichi e la sua espressione solenne è probabilmente dovuta alla presenza del serpente. Ciononostante, il sorriso del contadino sembra in una certa misura invitante e sembra che stia porgendo il cesto di fichi a Cleopatra.




Cleopatra e il Contadino
Olio su tela • 97.8 x 127 cm