Il castello dei Pirenei

Il capolavoro del surrealista belga, René Magritte, Il castello dei Pirenei, venne commissionato da un amico di lunga data dell'artista, l'avvocato internazionale, poeta e autore, Harry Torczyner. La storia della commissione e l'evoluzione del dipinto sono documentati nelle lettere tra i due uomini che furono pubblicate dal Museo d'Israele nel 1991. Sebbene Magritte avesse la completa libertà, la corrispondenza rivela che il suo mecenate veniva incoraggiato ad esprimere le sue opinioni sulla scelta del soggetto. Da una serie di disegni proposti da Magritte, Torczyner selezionò quello di una grande roccia sormontata da un castello. Conoscendo a fondo il repertorio dell'artista, Torczyner aggiunse il suggerimento di un cielo in una giornata limpida e di un mare agitato e oscuro "perché sopra il mare o l'oceano oscuro sorge la roccia della speranza, sormontata da una fortezza, un castello". Durante il lavoro sul dipinto, Magritte decise di escludere altre aggiunte che erano state proposte in modo da conservare il "vigore" e la "durezza" che aveva in mente. Il castello dei Pirenei è diventato una delle immagini più conosciute e più riprodotte di Magritte. Incarna la giustapposizione inquietante tipica dell'artista di oggetti familiari, combinata con una poetica accattivante e il mistero.