Ne La Sala da Pranzo di Signac, la scena, retroilluminata da una finestra, emana una luce drammatica e crea sagome con forti contrasti tra luce ed ombra. Questo tipo di luce fu occasionalmente usato da Degas, ma non dagli impressionisti, i quali evitavano contrasti così estremi. Quando costoro raffiguravano il tramonto, come ad esempio in certi dipinti di Monet della serie dei pagliai del 1890-1891, le ombre erano brillanti e con luci colorate, riflesse dagli oggetti intorno e dal cielo. Nel dipinto di Signac, la luce proveniente dallo sfondo crea un forte senso di forma e di struttura della composizione, una congelata solennità che può assumere l'accezione di ironica critica alla qualità formale e ritualistica delle rappresentazioni della vita borghese. La forma è creata da gradazioni di colore a partire da tinte pallide, fino ad arrivare a quelle più saturate. Inoltre, le aree illuminate sono mostrate come a malapena tinte o con bianchi-giallastri. Questi, poi, passano attraverso una serie di gradazioni minime nelle quali viene progressivamente incrementata la quantità di colore finché, nelle parti più scure, non viene ricercato il completo raggiungimento del colore puro. Per scurire le tonalità i toni delle ombre senza aggiunte di nero o di marroni, verde e blu sono mischiati sulla tavolozza e giustapposti accanto ai blu puri. Gli effetti dei colori riflessi tra quelli locali sono rappresentati da ulteriori puntini di appropriate sfumature. L'attenta gradazione di toni applicati a piccoli puntini dona un'artificialità forte e scultorea alla composizione, il cui schema di colori è dominato dalla coppia complementare arancione giallo - blu violetto. Buon lunedì a tutti!




La sala da Pranzo, Opera 152
Olio su tela • 89,5 × 116,5 cm