Nel dicembre del 1915, all'ultima mostra di quadri futuristi 0,10 a Pietrorgado (oggi San Pietroburgo), Malevich rivelò uno stile radicalmente nuovo di pittura astratta che abbandonava qualsiasi riferimento al mondo reale in favore di forme geometriche colorate stagliate contro sfondi bianchi. Dato che egli rivendicava la supremazia del suo nuovo stile sulle forme della natura, lo chiamò “Suprematismo”. In un opuscolo distribuito alla mostra, Malevich scrisse, “Mi sono trasformato nello zero della forma, ho distrutto l'anello dell'orizzonte e sono fuggito dal ciclo delle cose, dall'orizzonte finito che confina l'artista e le forme della natura.” Tutte le opere esposte su quella parete facevano parte di questa esposizione epocale. Dato che il Suprematismo rigettava l'illusione della pittura rappresentativa, Malevich lo vedeva come una forma di realismo—"nuovo realismo pittorico" era il termine che usava—e riteneva che il suo soggetto fosse una componente basilare del linguaggio pittorico, proprio come lo sono il colore, la linea e la pennellata. Le unità di base del suo vocabolario visivo erano gli aeroplani: allungati, ruotati, sovrapposti tra loro. Per Malevich, lo sfondo bianco contro il quale li poneva mappava lo sconfinato spazio dell'ideale.




Composizione suprematista: aeroplano che vola
olio su tela • 58 x 48 cm