Presentiamo il dipinto di oggi grazie al Museo Poldi Pezzoli di Milano, dove fino al 10 febbraio 2020 potrete visitare la mostra "Leonardo e la Madonna Litta". Nella mostra sono esposte venti straordinarie opere (dieci dipinti, nove disegni e una xilografia) realizzati da Leonardo e dai suoi allievi tra il 1490 e il 1510.
Giovanni Antonio Boltraffio fu uno dei primi e forse tra i più interessanti allievi di Leonardo da Vinci, dopo che questi si trasferì a Milano nel 1482.
La sua formazione nella bottega di Leonardo è evidente in questo dipinto risalente alla fine degli anni 1480, forse addirittura basato su un disegno di Leonardo stesso.
La forte influenza del maestro toscano ispira la composizione, in particolare per quanto riguarda la postura del Bambino e della Vergine, i cui movimenti sono connessi e opposti. Questo senso di energia trattenuta caratterizza le opere di Leonardo e dei suoi allievi.
L’abito della Vergine è dipinto con grande realismo e presenta un motivo floreale. Tra questi dettagli si distingue un cardo, simbolo della redenzione degli uomini attraverso la Passione di Gesù. Anche gli altri fiori nel dipinto hanno un valore simbolico, secondo l'iconografia religiosa dell'epoca. Il gelsomino, vicino alla mano di Maria, è tradizionalmente uno degli attributi della Vergine, mentre la rosa in basso a sinistra allude anch'essa alla Passione di Cristo. In effetti, tutto il dipinto potrebbe essere interpretato come una allusione al sacrificio di Cristo. L'espressione triste della Vergine, accanto allo sguardo serio e consapevole del Bambino, ci danno conferma di questa teoria. Un bellissimo studio su carta azzurra, sempre di Giovanni Antonio Boltraffio e dedicato ai drappeggi del mantello della Vergine, si trova al Christ Church College di Oxford.
Questo dipinto, acquistato da Gian Giacomo Poldi Pezzoli nel 1864, è considerato uno dei capolavori lombardi del XV secolo.
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