Continuiamo il nostro mese dedicato all'Alte Pinakothek di Minuch con questa meravigliosa opera di Raffaello. Godetevela!
Con questo dipinto devozionale dal grande formato, il giovane Raffaello competé con Leonardo e Michelangelo nella Firenze di inizio XVI secolo. Le figure della Sacra Famiglia sono composte seguendo una struttura piramidale: la famiglia di schiude dall'interno in linee visuali e in corrispondenze che si sviluppano tra le figure, tenendo salda la composizione. L'attenta osservazione del comportameno umano rende il dipinto naturale nonostante l'apparente austerità.
I maestri italiani del Rinascimento erano soliti eseguire dipinti devozionali di Santi rappresentandoli come figure stagliate su paesaggi e con scorci di città. Nel fare ciò, essi seguivano l'insegnamento dei maestri fiamminghi, la cui scuola ebbe una grande influenza, specialmente su Firenze. Quindi Raffaello era rimasto affascinato anche dall'architettura d'oltralpe che, per inciso, ha la funzione di collocare gli eventi raffigurati in un paese straniero.
San Giuseppe, in piedi al centro dell'opera, completa la la composizione armonica della struttura piramidale. Attraverso il suo conversare con Santa Elisabetta, egli è profondamente integrato nel complesso ed emozionante intreccio dei protagonisti. Sembra che Raffaello sia stato ispirato dalle opere di Leonardo e di Michelangelo per quanto riguarda la composizione pittorica. In particolare, l'affinità con la struttura compositivita del Tondo Doni è evidente.
Raffaello firmò il suo dipinto sullo scollo della veste di Maria, con la scritta "RAPHAEL . VRBINAS". Il pupillo del maestro umbro Perugino, che proveniva dalla città di Urbino nelle Marche, affermò con molto orgoglio di non essere un pittore fiorentino. Eglì operò nel centro dell'arte toscana solamente per quattro anni, dal 1504 al 1508, prima di proseguire la sua grande carriera a Roma. Il mercante fiorentino Domenico Canigiani probabilmente commissionò il dipinto in occasione del proprio matrimonio. Successivamente, divenne proprietà dei Medici.
Non esiste menzione nella Bibbia dell'incontro tra Cristo e San Giovanni Battista durante la loro infanzia. Le numerose raffigurazioni di questo episodio sono da ricercarsi nei racconti della vita di San Giovanni, venerato come santo patrono della città di Firenze. Gesù bambino stringe il rotolo con la profezia di San Giovanni che recita: "Guardate, questo è l'agnello di Dio".
Un restauro completato nel 1983 riportò alla luce i due gruppi di angeli situati alla sommità del dipinto. Essi erano stati completamente coperti nel diciottesimo secolo, quando l'opera si trovava nella collezione del principe elettore della città di Düsseldorf, Johann Wilhel von Pfalz-Neuburg.
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