Questo è uno dei più innovativi e dinamici ritratti del Rinascimento. Il collezionista veneziano Andrea Odoni (1488-1545) stringe in una mano una statuetta della Diana di Efeso, simbolo della natura; con l'altra mano stringe una croce sopra il suo petto, a simboleggiare la superiorità della fede sulla natura e sugli dèi pagani dell'antichità. Il pittore di questo capolavoro, Lorenzo Lotto, aveva da poco fatto ritorno a Venezia dopo aver trascorso 13 anni a Bergamo e stava cercando di impressionare possibilli committenti. Il ritratto è stato ampiamente descritto in uno dei più delicati e ambiziosi ritratti di Lotto e una deliberata sfida alla supremazia di Tiziano nel campo.
Odoni fu un mercante di successo in Venezia, figlio di un uomo proveniente da Milano. Fu inoltre membro, per quanto molto più ricco della media, della classe dei cittadini più che della classe nobile spesso protagonista dei ritratti veneziani. Avendo ereditato una collezione di arte e antichità dallo zio, decise di espanderla. La sua casa, che lo scrittore e critico Pietro Aretino definì in qualche modo appariscente, fu descritta dal pittore e architetto Giorgio Vasari come un "rifugio amichevole per uomini talentuosi".
La maggior parte delle sculture nel dipinto che vi presentiamo oggi sono state riconosciute come versioni, probabilmente calchi in gesso, di originali molto conosciuti. Vi sono tre raffigurazioni di Ercole: Ercole e Anteo, la figura in piedi con la pelle di leone identificata al tempo come sia come l'Imperatore Commodo che come Ercole, ed Ercole Mingens sull'estrema destra. Ci sono due rappresentazioni di Venere: il torso in primissimo piano (forse Venere Victix) e una Venere bagnante. In primo piano ci sono anche una serie di busti di Adriano.
P.S. Qui trovate i più importanti pittori e opere del Rinascimento veneziano.<3
P.P.S Odoni era certamente un esperto di arte e scrisse i suoi pensieri a riguardo. Se volete fare lo stesso, venite a dare un'occhiata ai nostri Giornali d'Arte nel DailyArt Shop.