Rahula era il figlio di Buddha, e ne divenne uno dei sedici discepoli originali, arhat. Rahula viene raffigurato in diversi modi: nell'arte tibetana, la raffigurazione più comune lo vede reggere una corona ingioiellata con entrambe le mani. Le raffigurazioni cinesi invece lo ritraggono spesso con una verga in una mano e una tigre o un leone ai suoi piedi. L'iconografia degli arhat non è prestabilita in arte o in letteratura.
Questo dipinto è un esempio del tipo di arte buddista tibetana prodotta alla corte imperiale Manciù-Qing sotto l'imperatore Qianlong (che regnò dal 1736 al 1795). Combina modelli figurativi indiani con paesaggi cinesi nei quali abbondano azzurrite e malachite. Le forme paesaggistiche cinesi blu-verdi sono state stilizzate dalle convenzioni tibetane, e popolate di buddha e altre figure sacre ritratte alla maniera tibetana, come il Buddha rosso della Lunga Vita (Amitayus) che fluttua in cima alla composizione. Possiamo vedere anche una coppia supplice in ginocchio, dai visi insolitamente modellati.
Affascinante!
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